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venerdì 30 aprile 2010

Un'esperienza piena di vita...

Entro in punta di piedi in questo bellissimo blog per raccontarvi la mia esperienza... se sarò un po' lunga mi perdonerete, vero? :)
Da novembre 2009, quasi 7 mesi ormai, sto facendo volontariato in una comunità per malati di AIDS.
La casa alloggio ospita 9 persone, sia uomini che donne, di età variabile, ma tutti ugualmente bisognosi di attenzioni e di affetto. Sono persone ormai sole, o quasi, con un passato alle spalle che ha distrutto tutto quello che avevano intorno.
Le cure mediche e psicologiche vengono loro offerte da medici, infermieri, educatori...per la compagnia, l'affetto e il cuore, invece, ci siamo noi volontari! :)
Il mio compito consiste nell'andare 1 volta a settimana (che spesso diventano due, da tanto che mi piace!) a cena da loro. Aiuto ad apparecchiare, sparecchiare, sistemare la cucina, aiutare chi fa fatica a mangiare solo, chiaccherare con loro, guardare un film o la tv, ascoltare le loro storie e... raccontare anche qualcosa di me...
E' come stare in famiglia, in una famiglia particolare, difficile, affettuosa. Non mancano i litigi tra di loro, i musi lunghi, le gelosie, le ripicche. Non mancano, purtroppo, l'angoscia, la tristezza e la paura quando qualcuno di loro se ne va per sempre.
Ma non mancano nemmeno i momenti di allegria, come la grigliata che abbiamo organizzato la scorsa domenica in terrazza, o semplicemente come le serate passate a guardare "Grande Fratello" o "Amici" e discutere su chi potesse essere il vincitore, chi fosse simpatico a chi, chi avremmo voluto escludere. Una sola parola per tutte queste serate: SERENITA'.
Può sembrare strano, lo so, riuscire ad essere sereni in una situazione così, i ragazzi (io li chiamo proprio così: "i miei ragazzi"!) sono molto malati, alcuni di loro stanno molto male. Eppure non c'è niente di più semplice, spontaneo e puro del rapporto con loro.
La comunità è all'interno di un appartamento molto grande con la cucina, il salotto con i divani e la tv, le stanze dei ragazzi,il laboratorio per lo svago. Per questo sembra di essere davvero a casa, non c'è "aria di ospedale", c'è solo aria di famiglia.
Ricordo ancora benissimo la prima volta che sono entrata là per fare il colloquio con la responsabile per dare la mia disponibilità ad "essere dei loro". Ne sono uscita sconvolta giurando a me stessa che non ci avrei messo più piede. Ma dopo una settimana ero lì, a tavola con loro. Solo qualche giorno mi è bastato per capire che era un'esperienza talmente forte e talmente bella che mai avrei potuto rinunciarci. E che in nome di questo ero anche diposta ad affrontare tutte le difficoltà, che ovviamente ci sono state, non posso negarlo. Ogni volta che uno di loro viene ricoverato (e capita, purtroppo) sale la preoccupazione, la voglia di vederlo stare meglio. La mia attività in effetti, continua anche fuori dalla comunità, cioè con le visite in ospedale. Non è "obbligatorio" ovviamente, ma io lo faccio volenteri. Ho sempre odiato gli ospedali, mi hanno sempre messo un'angoscia infinita, soprattutto dopo aver perso entrambi i miei genitori... Ma quando entro in camera e vedo il sorriso di chi mi aspetta ed è contento di vedermi, mi passa tutto.

Non posso chiudere questo mio intervento senza ricordare 3 persone che per me saranno sempre speciali. Barbara, Armando e Gladys.
Sono i "miei ragazzi" che non sono più con noi, ma che resteranno sempre nei miei ricordi e nel mio cuore.
Barbara è la prima persona che ho visto appena entrata in comunità, stava già malissimo. Ho potuto vederla solo 2 volte prima che se ne andasse per sempre, ma è grazie a lei se ho continuato questa esperienza. Le sue lacrime, la sua sofferenza sono state il mio primo banco di prova là dentro. Grazie Barbara.
Armando invece mi aspettava sempre davanti alla finestra, controllava quando scendevo dall'autobus per tornare a casa e sapeva che da lì a 10 minuti li avrei raggiunti. (io abito nel portone a fianco alla comunità).
E' grazie a lui che ho capito quanto fosse importante la mia presenza per loro, ed è questo che mi dà ancora oggi la forza per non mollare. Armando, manchi da Gennaio, ma per noi non sei mai andato via.
Gladys... beh, Gladys mi ha dato le emozioni più forti da quando sono là. La sua storia è piuttosto nota nel forum di alf, ho lasciato un paio di post. Aveva la mia età, un coraggio ed una forza indicibili. Un sorriso di quelli che ti aprono il cuore. Quante volte mi ha raccontato la sua storia e mi ha confidato la sua paura per sè e soprattutto per la sua bimba. La rabbia verso chi l'aveva contagiata, la vergogna...Gladys manca solo da qualche giorno, ma dal mio cuore non se ne andrà mai. Gladys, grazie per avermi detto che mi vuoi bene, il tuo sorriso ogni volta che ti tenevo la mano, me lo ha sempre dimostrato. Anche io te ne voglio tantissimo.


Le cose da dire sarebbero ancora tantissime, magari con il tempo vi aggiornerò su questi bellissimi momenti, se vi va.
Spero di non avervi annoiate...

7 commenti:

  1. Paola...... ho finito di leggere il tuo post con le lacrime agli occhi.. ed un nodo in gola!
    Quello che hai raccontanto è straordinario, già lo sapevo.. ma sei una persona speciale, tu e tutte le persone come te, che aiutano senza avere niente in cambio, se non .. un sorriso.
    Grazie x questo MAGNIFICO post...... ti apprezzo e ti stimo ancora di più!

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  2. Ma come può annoiare questo racconto! Parla di amore e disponibilità verso gli altri. Brava, io non so se avrei il coraggio di farlo, ultimamente cerco, forse egoisticamente, di stare lontana dalla sofferenza.
    Ti confesso che qualche lascrima è scesa.

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  3. Grazie ragazze!
    Grazie Manu, la tua stima e il tuo affetto sono importantissimi per me, sai quanto bene ti voglio! :)
    Miro, grazie anche a te! Anche io, come te, dicevo che non avrei mai potuto farlo, ma è un'esperienza talmente profonda e fa talmente bene che io la consiglerei a tutti!:)

    Non mi sento così speciale, quelli speciali sono loro, che affrontano delle sofferenze pazzesche senza mollare mai. :)

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  4. Quelle tre persone che hai nominato in questo post sono state persone super fortunate perche nei loro momenti difficili hanno trovato un appoggio in te. Sono sicura che sono andati in paradiso con un sorriso stampato...perche l'amore vero e sincero non si dimentica mai...grazie del tuo contributo, ci farete (soprattutto a me)diventare delle persone migliori. Grazie

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  5. Grazie Irene, mi commuovo sempre quando sento l'apprezzamento per quello che faccio.
    Io grazie a quest'esperienza sono diventata migliore, non c'è che dire.
    Se vi va, continuerò a "riempirvi il cuore" con i miei racconti. :)
    Un bacio

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  6. Che dire Pà.. certo che non può essere noioso quello che racconti!! a me ha dato molte emozioni..come le altre ho finito di leggere con le lacrime agli occhi e i brividi..
    sei una grande davvero..la forza di seguire persone che stanno male, che magari sono anche sfiduciati rispetto alla vita è difficile da avere e da trovare.. ti stimo davvero tanto!!
    io non ce la farei..anch'io come miro cerco di scappare, di allontanarmi dalla sofferenza, soprattutto dalla morte.. per me sarebbe terribile dovermi affezionare a delle persone che so che comunque entro breve chi più chi meno moriranno.. So che è un pensiero puramente egoistico..perchè a loro fanno benissimo i momenti che passano con voi..e anche tu ti rafforzi e stai bene!
    continua a raccontarci..chi lo sa se magari mi trasmetterai un po' della tua forza riguardo queste cose.. non mi dispiacerebbe affatto!! =)

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  7. Grazie Brenda!
    :)
    Non mancherò di mettervi al corrente della mia esperienza e delle mie sensazioni, che sono sempre molto forti e importantissime per me.
    Sono molto contenta che vi abbia toccato quello che vi ho raccontato, pensavo che non interessasse a molte... ;)
    Alla prossima puntata allora!
    :)
    Grazie ancora

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